Minimalismo: significato e pratica
Il minimalismo è uno stile di vita che promuove la semplificazione e la riduzione degli elementi non essenziali.
L’obiettivo è quello di avere lo spazio mentale ma anche fisico per concentrarsi su cose a cui attribuiamo maggior importanza.
Mi approccio a questo tema del minimalismo in punta di piedi. Quello che scrivo come sempre è il racconto della mia esperienza diretta su questa “tendenza” (così la definisce Wikipedia).
Il minimalismo nasce come movimento artistico negli anni ’60. Oggi è un movimento che include più ambiti tra cui l’architettura, la moda, il design e la psicologia.
Il minimalismo incoraggia ad eliminare il superfluo, che sia materiale o mentale, per concentrarsi su ciò che porta valore concreto alla propria vita.
Questo può diventare una riduzione degli oggetti, l’ottimizzazione degli spazi, la semplificazione delle routine e la valorizzazione delle relazioni personali che ci fanno stare bene.
Quali sono i concetti chiave del minimalismo?
- Essenzialità: Identificare e concentrarsi solo su ciò che è significativo.
- Chiarezza: Ridurre il disordine materiale e mentale per ottenere maggiore chiarezza e focus.
- Consapevolezza: Essere consapevoli delle proprie scelte, riflettendo sul valore intrinseco di ogni aspetto della propria vita.
- Libertà: Liberarsi dalla dipendenza dagli oggetti per avere maggiore flessibilità.
- Sostenibilità: Ridurre l’impatto ambientale con un consumo più responsabile.
Il minimalismo non è solo decluttering degli spazi, ma è semplificazione delle relazioni, della quotidianità e in un certo senso delle ambizioni personali.
Essere minimalisti: come funziona
Online si trovano diversi profili e contenuti per chi si avvicina al minimalismo. Uno dei riferimenti che ho trovato più utili quando ho iniziato la mia ricerca è stato The Minimalist, un gruppo di autori che negli anni ha prodotto documentari, libri e podcast su questo argomento con un punto di vista molto libero. Se stai cercando le prime informazioni ti consiglio di iniziare da lì.
Minimalismo: esperienza personale
Non ho mai pensato di essere una persona minimalista, né nel carattere né nello stile di vita. Ho capito in questo ultimo periodo che invece sono molto più vicina a questo tema di quello che pensavo.
Mi sono ritrovata negli anni a riflettere sulle mie abitudini di consumo. Partendo dal cibo ho fatto un percorso di consapevolezza (da qui il nome di questo sito😉) che mi ha portato ad interrogarmi su cosa compravo e perché.
Dopo aver viaggiato per lavoro e aver avuto più case contemporaneamente in diverse città, mi ero ritrovata ad accumulare più oggetti di quelli che mi servivano e la loro gestione mi causava parecchio stress.
Quando ho cambiato lavoro e ho iniziato la mia attività da imprenditrice, ho creato una nuova base fisica da cui ripartire.
In uno spazio in cui si dovevano combinare le esigenze di vita domestica e professionale, ho dovuto semplificare e ottimizzare gli spazi.
In un momento di cambiamento così importante mi sono sentita sempre meglio all’idea di razionalizzare quelle che erano “le mie cose”. Volevo conservare solo quello che mi serviva e che mi piaceva davvero.
Solo dopo ho capito che questa era il punto fondante del pensiero minimalista.
Un altro aspetto che ha impattato sulle mie abitudini è stato una maggior consapevolezza delle mie spese personali. Volevo spendere i miei soldi in maniera più intenzionale, comprando oggetti che durassero nel tempo e che mi piacessero davvero. Volevo comprare meno cose e quelle poche volevo che dessero più senso alla mia giornata.
Tra queste ho incluso gli oggetti che si usano per le attività di tutti i giorni: piatti, tazze, stoviglie. Non volevo oggetti qualunque, volevo cose che mi piacesse moltissimo usare. La linea per la cucina di CuCo nasce proprio da qui, dalla mia passione per la ceramica e dall’idea di rendere speciale un momento normale, scegliendo un oggetto bello e funzionale.
Minimalismo: come iniziare?
La mia esperienza non è quella che vedi sui social: non ho un numero limitato di oggetti, non vesto di colori neutri e la mia casa è tutt’altro che vuota.
Non mi piace pensare di attaccarmi un’etichetta e di dover seguire un precetto prestabilito. Penso che ognuno ha a che fare con la propria sensibilità e che sia utile ascoltarla e interpretarla. Se ti stai chiedendo come iniziare la cosa migliore che mi sento di consigliarti è provare a rispondere a questa domanda: “di cosa ho strettamente bisogno per stare bene?”. Già farsi delle domande su quanto consumiamo e perché consumiamo è un buon inizio. Potremmo scoprire che spesso le nostre scelte sono meno intenzionali di quello che pensiamo.
Minimalismo e decluttering
Decidere di avvicinarsi al minimalismo non vuol dire svuotare casa e buttare tutto in discarica. Ho trovato questo modo di dire “my trash is your treasure” che mi sembra si adatti perfettamente al contesto: quello che non serve a me può servire ad un altra persona. Sicuramente scegliere di regalare o vendere quello che non ci serve richiede più tempo, però ha più senso e più coerenza con quello che è il vero significato di minimalismo.
Come diventare minimalisti
C’è una ricetta per diventare minimalisti? Non credo esista e non penso nemmeno sia necessaria. Per me minimalismo può anche semplicemente voler dire essere più consapevoli verso i propri consumi, verso il proprio impatto ambientale e verso l’intenzione che mettiamo nel costruire gli spazi in cui viviamo.
Già da qui può nascere un piccolo cambiamento positivo.